5 film…Da vedere?

Siete alla ricerca di film da vedere? Magari avete visto qualche titolo che vi stuzzica e magari vi stuzzica ancora di più l’idea di starvene al calduccio e guardare qualcosa sotto le coperte oppure fare una capatina al cinema per le ultime uscite?

Ma cosa vedere? Ahhh La domanda che ci affligge dalla notte dei tempi! Ma soprattutto una volta scelto il titolo, ne varrà la pena?

Non voglio di certo fare l’oracolo però posso aiutarvi a capire di più su 5 film che ho visto di recente, non si sa mai riesca ad aiutarvi…

Crimson peak

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Crimson Peak è il nuovo film di Guillermo del Toro, il visionario regista del Labirinto del fauno e Pacific Rim (che a me è piaciuto).
Non avete ancora visto nessuno dei suoi film? Male!
Il consiglio però è quello di non iniziare da quì.

Peccato perché in Crimson Peak, che rimane comunque visivamente bello da vedere, manca il vero elemento chiave della storia, il romanticismo.
Del Toro già dall’inizio aveva più volte ribadito che il suo non era un racconto horror, ma un racconto gotico/romantico, e le rappresentazioni, romantiche lo sono, tra colori, ombre e ambienti curatissimi (quel rosso predominante, il bianco sgargiante e il nero corvino) come anche la casa, estremamente inquietante ma meravigliosa allo stesso tempo, però tra i 2 protagonisti questo elemento scarseggia.
C’è tanta accuratezza per i dettagli e troppo poca per la trama che non risulta così avvincente.

Nel cast nomi importanti com quello di Tom Hiddleston, Charlie Hunnam e la sempre bellissima Jessica Chastain, non ho molte parole da spendere invece per Mia Wasickowska.

Non vi dico “Beware of Crimson Peak”, ma prendetelo per quello che è e non aspettatevi troppo o almeno non dalla storia.

Teneramente folle / Infinitely Polar Bear

50711Non fatevi ingannare dal titolo, questo è un film che tratta un tema molto delicato e complesso, quello della bipolarità (e non solo quello).

Teneramente folle racconta di una famiglia distrutta a causa di una malattia di un marito e un padre che è inaffidabile ma sempre presente.

La malattia viene trattata in modo delicato e propositivo dalla regista Maya Forbes in una commedia tenera ma non banale.
Ed è difficile con un tema come questo non scadere nella banlità e cercare il pessimismo o la lacrima facile, ma grazie anche alle tante sfaccettature di Mark Ruffalo, che voglio ribattezzare come The King of the comedy (come non ricordare film come Begin Again, 30 anni in un secondo o Se solo fosse vero) con la sua ironia, spensieratezza e profondità ci da un quadro a tutto tondo tutt’altro che cupo di una situazione che difficile è dire poco.

Molto credibili e belli anche rapporti costruiti, il cast dove figura anche Zoe Saldana funziona.
Consigliato perché è stranamente una presa a bene.

The Stanford prison experiment

stanford_prison_experimentPresentato a Gennaio al Sundance Film Festival, e mai (ovviamente) arrivato in Italia, è un film indipendente a basso budget (pensate che si svolge quasi tutto in un corridoio) ma con un cast di giovani talenti da tenere d’occhio, uno su tutti come sempre Ezra Miller.

Il film racconta dell’esperimento del 1971, dove lo psicologo Philip Zimbardo creò nei sotterranei dell’università di Stanford un carcere dove i volontari per 2 settimane dovevano ricreare le dinamiche carcerarie, scegliendo se impersonificare carcerati o secondini.
I risultati dell’esperimento furono talmente drammatici che l’esperimento invece di durare 14 giorni ne durò solo 6.

L’esperimento era volto a capire la variabilità della psiche umana e rispondere a domande come:

  • I ruoli che impersonifichiamo ci definiscono?
  • Siamo davvero così plasmabili dal contesto in cui ci troviamo?
  • La nostra vera natura esce fuori nel momento in cui veniamo deindividualizzati e messi in un nuovo contesto?
  • Il fine giustifica il mezzo?

Quest’ultima soprattutto, perché durante la visione viene naturale condannare l’esperimento, ma al termine del film è innegabile che lo stesso sia brillante.

Non è il primo film su questo tema, ci avevano già pensato i vari The Experiment e Das Experiment, film tedesco del 2001, inoltre l’esperimento fu poi ricreato nel 2001 nell’università di St. Andrews, e le registrazioni vennero trasmesse sotto forma di miniserie sulla BBC.

Un film che porta ad interrogarsi è sempre un film che vale la pena vedere, e mi raccomando se decidete per questa visione non tralasciate le interviste al termine, sono la parte fondamentale.

A testa alta

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Film d’apertura del Festival di Cannes del 2015, nella sezione Un Certain Regard.

A testa alta è la storia di un ragazzo, Malony, che entra ed esce dal tribunale minorile da quando aveva 6 anni.
Malony è un ragazzo di periferia con un’infanzia difficile, è indurito fuori, ma palesa la mancanza di guida e affetti, infatti non potendo contare sulla guida di una madre che a malapena riesce a prendersi cura di se stessa, ha un percorso molto travagliato.

Una vita al limite, tra non curanza e delinquenza che cerca però di redimersi come può anche grazie alle figure che incontrerà sulla sua strada, (interessantissimo il rapporto che andrà ad instaurare con Benoit Maginel, il suo l’assistente sociale).

A seguirne il percorso durante 10 anni è il giudice interpretato da un ottima Catherine Deneuve, che nel film sembra essere una delle poche persone con cui Malony, riesce a creare un rapporto.

Firmato da Emmanuelle Bercot, A testa alta è un film che sicuramente fa riflettere, sulle responsabilità, sugli aiuti ai giovani e sulle cause della delinquenza giovanile, oltre che a fornirci una buona panoramica sul mondo del carcere minorile, tribunali e socialità.

E lui il protagonista, Rod Paradot non è neanche un attore professionista, eppure risulta così credibile.

Non per tutti però dai sì, consigliato.

Hunger Games: Il canto della rivolta parte 2

mockingjay_part_2___poster_by_revolutionmockingjay-d8mdbmuHunger Games: Il canto della rivolta parte 2 si può definire sicuramente un film superiore al suo predecessore, grazie alla maggiore azione e tensione e chiude la saga in modo più che dignitoso!

Jennifer Lawrence poi, la nostra Katniss ha mostrato una delle sue migliori interpretazioni, quasi non mi aspettavo di dirlo, e invece eccomi qua…. Però continuo a trovarla sopravvalutata eh.

Peccato solo per gli ultimi minuti finali…
Perché di quelle scene melense avrei fatto volentieri a meno, a maggior ragione perché il ritmo del film subisce una frenata improvvisa a 10 minuti dalla fine, dopo uno svolgimento molto movimentato, e quella sequenza lo affossa un pochino di più. Ma purtroppo essendo fedeli al libro non si poteva stravolgere il finale, quindi non possiamo lamentarci poi più di tanto.

Ma tornando a noi e all’ultima parte di questa saga che possiamo definire una delle più avvincenti degli ultimi anni (ci hanno provato i vari The Maze Runner, Divergent ecc senza mai eguagliare sia incassi che critica), Hunger Games è un prodotto tutt’altro che teen, molto più adulto e dalle tematiche complesse e interessanti.

C’è da dire che purtroppo, chi come me ha visto Battle Royale anni fa vede tutto in modo un po’ diverso, certo Hunger Games poi ha continuato la storia per conto suo, ma non posso dimenticare o far finta di non aver visto ciò che lo ha “ispirato”.
Per chi non lo sapesse infatti, Hunger Games è tratto dall’omonimo libro sì, ma in realtà anche quella storia è un “remake”, chiamiamolo così dai, anche se forse è più una copia bella e buona del celebre film giapponese.

Vale la pena vedere Il canto della rivolta parte 2? Sì vale la pena vedere tutta la saga, e chissà in futuro non si parli di un prequel…La butto lì, a me interesserebbe vedere per esempio l’edizione in cui trionfò Haymitch.

 

Partendo dal presupposto che vale quasi sempre la pena veder un film, dove anche nel peggiore dei casi possiamo imparare qualcosa o creare una discussione, spero siate riusciti ad avere più chiarezza su questi 5 titoli, e poi ne va il mio motto, nell’indecisione guardalo!

Ma soprattutto, inizialmente dovevano essere 5 mini commenti ma come al solito mi dilungo, a questo punto era meglio fare 5 articoli divisi??

16 pensieri su “5 film…Da vedere?

  1. I film sulle malattie mentali sono sempre affascinanti, ma deludono facilmente. Spero non sia il caso di “Teneramente Folle” (io vorrei discutere pacificamente con chi sceglie questi titoli e, a proposito, ha un senso dopo aver visto la pellicola?).

    A me Das Experiment è piaciuto, ma più per il tema trattato che per il film in sé. Perché condannare l’esperimento? E’ stato, al contrario, veramente interessante, giungendo ai limiti dell’etica per come è stato condotto e, proprio per questo, dai risultati preziosi.

    Devo ancora vedere la 1° parte del Canto della Rivolta, ma ne hanno parlato così male che sto posticipando un bel po’…

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    1. No, il titolo non piace neanche a me,ma ha sicuramente più senso di molti altri, anche se Infinitely polar bear (che fa un gioco di parole con la bi-polarità) è migliore.
      Das Experiment io non l’ho visto, ma condivido la tua esperienza, infatti anche in The Standford prison experiment il tema è più convincente del film (che è comunque apprezzabile).
      L’esperimento è realmente istruttivo oltre che importante e fondamentale per la psicologia, ma guardandolo a me è venuto naturale condannare alcune scelte e avvenimenti abbastanza disturbanti in se, che poi ne fossero il fulcro dell’esperimento ok, ma appunto perché vanno a raggiungere certi limiti sono difficili da mandare giù.
      Ah Pakap dimenticavo, auguri per il Canto della rivolta parte 1 😀

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  2. Ottimo post! “Crimson Peak” non è il mio genere ma per Jessica Chastain magari prima o poi mi sacrifico… “Teneramente folle” è stato distribuito da noi la scorsa estate ed è stato tra i film più interessanti della stagione. “A testa alta” è attualmente in sala ed è davvero interessante, così come si spera in una distribuzione per “The Standford prison experiment”, mentre l’ultimo Hunger Games l’ho trovato davvero bello! Chiude benissimo una saga notevole e Jennifer Lawrence… beh, la sua Katniss è sublime! Anzi, Jen soprattutto è sublime…capito? 😀

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    1. Caro Giuseppe, cercherò di non toccartela più la tua adorata Jen, anzi sono stata anche molto gentile con lei oggi! Ma devo dire che OGGI se lo meritava :).
      Purtroppo già so che il pubblico italiano non farà di questi titoli (qualora uscissero tutti nelle sale), la sua prima scelta, però come dicevo, e leggete tra le righe, possono essere visti tutti tranquillamente comodi comodi sul proprio divano 🙂

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  3. Splendida DoppiaW, i tuoi Consigli di Visione sono sempre una chicca, mai manichei, mai forzati ed anche le critiche hanno quel tono di bonomia che fa capo alla mission del tuo blog.
    Oltretutto hai messo in piedi una stramba cinquina, già da sola eclettica, un indie spruzzato di mainstream: non v’è traccia di capolavori per i quali strapparsi i capelli ma nemmeno cose orrende da stroncare in modo categorico ed in particolare, per chi ti legge e ti ama, hai lasciato fuori quei titoli che dalle tue recensioni si sono rivelati le tue più cocenti delusioni.
    Mi sono divertito particolarmente nel leggere (ri-leggere) le tue osservazioni su due filmi di alto budget e molto chiacchierati “Crimson Peak” ed il capitolo conclusivo degli “ Hunger Games”: nel primo assolvi il film, grazie alla sontuosa messa in scena, alla cura per il dettaglio e all’arte cinematografica di un Del Toro che entrambi amiamo; nel secondo sei anche troppo gentile, verso una saga cinematografica tratta da una serie di romanzi orrendi, scritti con i piedi, belli per chi pensa che Faletti fosse un grande giallista, accettabili per un adolescente che è appena uscito dal tunnel di Geronimo Stiilton, ingiustamente paragonati ad Harry Potter (per target e sequenzialità), ma con cui l’autrice non condivide la palese crescita artistica svolta (la Rowlings è passata dalla rozzezza dei primi intrecci, alla complessità degli ultimi libri, prendendo letteralmente il volo come romanziere con il “ The Casual Vacancy”, mentre la Suzanne Collins non si è svolta dall’anellide letterario che era con il primo scopiazzato libro, a cui mancava anche la creatività infantile e naif di Harry Potter) e che infine, tuttavia, si salva, In My Honest Opinion, solo per lo spessore recitativo la presenza di Jennifer Lawrence… diciamola, senza di lei i film non si riuscivano a guardare… grazie a lei, li ho visti tutti anch’io e mi sono persino divertito… (non sono abituato a farmi pubblicità, ma visto che conosci il mio blog, sai che ho scritto su di lei).
    Oggi è un giorno di tempo libero per me, una giornata partita con il piede giusto, tra l’altro: una tazza di caffè fatto come “da maneira que Deus ordena” (in portoghese, quindi in brasiliano) e la lettura dei miei blog, partendo da te, mia deliziosa mecenate.
    Buon week-end!

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    1. Buongiorno a lei Kasa! Mi piace la tua definizione “indie spruzzato di mainstream” e la trovo anche parecchio azzeccata! Sarà perché inizi a conoscermi e o anche perché in un modo o nell’altro i tuoi gusti sono simili ai miei, non poi così popolari!
      5 film diversi sì, tutti inizialmente dubbi (almeno per me), ho lasciato volutamente fuori ciofeche come Circle (consigliatomi e trovato in catalogo Netflix)…
      E non sia mai mettere a confronto libri come Harry Potter ad Hunger Games, come tantomeno i film…
      Lo so Jennifer l’amate un po’ tutti, (credo di averlo letto il tuo pezzo, ma vado a fare un ripassino 😀 ) ma quell’oscar strappato alla Watts…Aaargh!

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      1. Ah, ah, ah! Me le immagino combattere, con gli abiti lunghi fino ai piedi, i caèpelli freschi di messa in piega che si aprono come foglie di insalata scarola e la statuetta in mano ad entrambe… un classico

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  4. Ricordo che ai tempi dell’uscita del primo Hunger Games si scatenò una vera e propria guerra (anche sul mio piccolo blog) tra difensori e “aggressori” della Collins, proprio in merito al presunto scopiazzamento di “Battle Royale”… e vedo che gli echi non si sono ancora spenti 🙂
    E’ vero, le trame dei due film sono praticamente identiche. E non ho la più pallida idea se la Collins abbia omaggiato o plagiato il film nippo, francamente non m’interessa più di tanto. Dico solo che una trama simile non significa automaticamente che siano simili anche i contenuti.

    Infatti, mentre (a mio modesto parere) “Battle Royale” è un superbo esercizio di stile, riuscitissimo ma abbastanza fine a se stesso, che non va oltre l’evidente nichilismo dell’opera, la saga di “Hunger Games” sviluppa tematiche ben più numerose e complesse, oltre ovviamente a protrarsi per altre dieci ore di visione! E in queste dieci ore possiamo riflettere sull’invadenza dei media, sull’anestetizzazione della società, sui diversi modi di combattere una guerra (dentro e fuori il campo di battaglia), sul sempre sottile confine tra dittatura e ribellione, sul disperato bisogno di eroi di chi non riesce più ad avere fiducia in chi comanda… e, sinceramente, tutto questo non mi pare poco in un prodotto dichiaratamente adolescenziale. Mentre in “Battle Royale” di tutto ciò troviamo ben poco. Con questo non voglio dire che l’uno è meglio dell’altro: sono film diversi e i confronti lasciano il tempo che trovano…

    Poi, se posso permettermi, volevo rispondere al tuo ammiratore che ha scritto sopra di me: non ho letto i libri della Collins e nemmeno quelli della Rowlings, non so se siano scritti in maniera più o meno orrenda, però trovo che la saga di “Hunger Games” sia infinitamente più adulta, matura, complessa e meglio strutturata dei film sul maghetto… negli “Hunger Games” si vedono bombe sganciate sui civili inermi, ospedali distrutti, attentati vigliacchi (come non pensare ai giorni che stiamo vivendo!) subdoli governanti che barattano i morti con il potere, un’eroina più “umana” che super, piena di dubbi e incertezze sulla giusta strada da seguire. Argomenti che, ripeto, secondo me elevano non poco questa saga sopra qualunque altro prodotto concorrente (Harry Potter compreso). Poi, certo, ognuno resta della sua opinione… e ci mancherebbe che non fosse così 🙂

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    1. Anzitutto, Kelvin, chiedo scusa se rispondo solo ora alla tua citazione nei miei riguardi presente sul tuo commento, ma non mi ero davvero accorto che io fossi in qualche modo stato chiamato in causa, ma il mio non era snobismo nei tuoi confronti, soprattutto se a citarmi è una persona  che ha un blog che si chiama come uno dei film più belli mai realizzati in questo quadrante di universo, il “Solaris” di Andrej Arsen’evič Tarkovskij…

      Già solo per i nomi citati nella tua mission, dovrei togliermi il cappello e farti passare, restando con lo sguardo chino in modo sussiegoso… Murnau, Lang, Griffith… il gota del cinema europeo ed occidentale…

      Ecco, Kelvin, parlavo di inchino e mi è venuta in mente subito la tradizione tutta asiatica di chinare tutto il tronco, prima ancora del corpo in segno di rispetto, in tantissime situazioni ed in film come il bellissimo “Lost in translation” della Coppola che possiamo davvero vedere come certe cose rischiano, proprio perché incomprese, di provocare perplessità (nel migliore dei casi) o persino scherno (nel peggiore)…

      Non pensare che io sia impazzito, Kelvin, perché ho coscienza che sto portando (ahimè) a livelli di sopportabilità mai visti il concetto stesso di Out of Topic, ma sto arrivando al punto e lo faccio nel modo che potrebbe reggere solo uno che si trova nel salotto buono di DoppiaW (primo elemento distintivo) e che conosce i grandi classici del cinema, dall’espressionismo tedesco all’action statunitense (secondo elemento distintivo).

      Dicevamo del film della Coppola e delle diverse usanze tra asiatici (giapponesi nello specifico) ed europei: queste differenze diventano macroscopiche quando si analizzano tanti film ma anche tanti romanzi (persino quando si legge una delle romanziere più occidentali, come la Mahoko “Banana” Yoshimoto, che tanto successo ha riscosso anche in Italia con il suo “Kitchen”) e con questo arriviamo a “Battle Royale”, che ad onor del vero io non ho citato nel mio commento per denigrare la Collins o il franchise degli Hunger Games, ma che effettivamente è stato spesso chiamato in causa da altri per sminuire l’opera dell’autrice americana ed effettivamente a giusta ragione.

      Vedi Kelvin, ciò di cui normalmente non dibatto nel mio blog per non essere tacciato di essere uno stronzo snob e presuntuoso (e che mi permetto di dire ora, qui, in questa Green Zone di blogger amici), è però una cosa di cui sono fermamente convinto: io penso infatti che moltissima parte dell’industria del divertissement culturale statunitense fagociti in continuazione opere letterarie, fumettistiche, cinematografiche e persino televisive di altri paesi, con una sfrontatezza che talvolta non riconosce nemmeno la paternità dell’opera di origine oppure, altre volte, il più delle volte, semplicemente riscrivendo (o rigirando, in caso di film e fiction) il testo con uno stile più adatto a quello del pubblico (lettori o spettatori che siano) americano; sto parlando di un gigantesco apparato digerente che deve nutrirsi in continuazione di opere altrui perché ciò che crea da solo non è sufficiente al suo fabbisogno e così, ogni anno, ogni mese, ci sono centinaia di romanzi, di sceneggiature, di pieces teatrali che vengono comprate, rubate, plagiate, riscritte, riadattate, rimixate, per creare altre produzioni, nuove opere ed immetterle nel mercato.

      Noi pubblico, noi utenti, riusciamo solo ad accorgerci in qualche caso di questo processo, perché a volte è clamoroso oppure perché è fatto sfrontatamente alla luce del sole (pensa solo a quanti show televisivi inglesi hanno avuto la loro “versione” statunitense… ho perso il conto! Per non parlare di ciò che sta accadendo tra Asia e Usa… impressionante… con un disprezzo, già nella stessa Asia, del diritto d’autore che rende tutto nebuloso e l’interscambio quasi automatico…).

      I film degli Hunger Games hanno davvero pochissimo a che fare con il film di Kinji Fukasaku, anzi non sembrano neppure lontani parenti eppure i primi sono tratti in modo anche abbastanza fedele da una saga di romanzi che la scrittrice Suzanne Collins scrisse in due anni, tra il 2008 ed il 2010, prendendo il tema portante di Battle Royale (che già a sua volta usava degli archetipi presenti nel “Lord of the Flies” di William Golding) e filtrandolo con il format dei reality televisivi: l’opera che ne esce è originale, senza ombra di dubbio e non come può esserlo una cover (ieri ascoltavo l’ennesima variazione sul tema di “Singing in the rain”… incredibile…), ma come può essere una serie di romanzi nati da un’idea originale, quindi personalmente, in questo senso, non ho alcun problema di plagio, ma solo squisitamente letterario.

      Vengo al dunque, scusandomi con te per la prolissità, che spero tu non abbia vissuto come aggressiva (se trovo l’interlocutore giusto, divento logorroico..): mi sono divertito moltissimo con la serie di film degli “Hunger Games” (ma questo penso si fosse capito, sia dai miei post sulla Jennifer, sia dal commento a DoppiaW) e li trovo molto più belli dei libri, perché cinematograficamente sono ben fatti, mentre i romanzi li ho trovati raffazzonati, con ingiustificabli cambi di stile e di consecutio che non accetto da una scrittrice di quella tiratura (bada bene, ho detto “tiratura”, perché la “levatura” non la si guadagna solo con le vendite istantanee ma con i decenni…) e che non troveresti mai, per alcun motivo, nel romanzo più brutto di uno scrittore come Stephen King (giusto per restare in ambito mainstream); altresì ho trovato i romanzi di una scrittrice autodidatta come la Rowlings in continua evoluzione letteraria, pieni di creatività e con la incredibile capacità di creare molteplicità di personaggi anche secondari perfettamente definiti (caratteristica questa che anche i suoi detrattori le hanno sempre riconosciuta).

      I temi trattati nei romanzi della Collins sono più adulti di quelli trattati nella saga di Harry Potter?
      Si, senza alcun dubbio, ma questo li rende migliori? No, a mio avviso, li rende soli diversi e soprattutto non rende la Collins un autrice più attenta al sociale o ai problemi della nostra società e la Rowlings invece una attenta solo al denaro o persa in fantasie infantili, perché ad entrambe le royalties hanno portato solo buoni affari.

      Io penso che, al netto della scintilla davvero rivoluzionaria presente nel testo originario di Koushun Takami, anche il film sia stato a suo modo un po’ esercizio di stile come hai detto tu, ma di certo la Collins non scrive opere più elevate della Rowlings, perché sono entrambe delle bestsellerer che parlano ad un preciso pubblico, dicendo ciò che questo vuole sentire, sia esso una fuga, una metafora o la storia eterna dell’eroe solitario che combatte contro tutto e tutti ed incredibilmente alla fine vince.

      Scusandomi con te, gentile Kelvin, per l’arroganza con cui ho tracimato dal mio commento e per la superbia con cui mi atteggio a fine conoscitore di testi e film e scusandomi anche con la nostra ospite, la splendida DoppiaW (di cui ammetto, si, sono un grande ammiratore) e che, voglio precisare, non ha alcuna responsabilità sulle stupidaggini che dico sul suo blog (se non che la pazienza di sopportarmi), ti porgo i miei saluti più cordiali, come farebbe un tributo del distretto 13.

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      1. Ma dai… quale arroganza? Stiamo solo parlando di cinema! 🙂
        Tra l’altro, anch’io adoro “Lost in Translation” e tutti i film della Coppola, quindi sfondi una porta aperta 🙂
        Che dire se non la cosa più ovvia? Che ognuno resta della sua opinione ed è giusto così, e ci mancherebbe se non fosse così. Io ho adorato gli Hunger Games esattamente quanto ignorato i film del maghetto (ho provato a vederne uno e mi sono addormentato…)
        Ripeto, sui libri non discuto perchè non li ho letti, però il confronto tra le due saghe cinematografiche per me è nettamente a favore della bella Katniss (vuoi mettere?)

        Scherzi a parte, concordo con te che Hollywood è un “mostro” che fagocita tutto quello che può portargli soldi, ma non vedo in questo un’accezione solo negativa. Ho sempre pensato che i film si dividono esclusivamente in belli e brutti, non in commerciali o indipendenti (che poi finisce col tradursi in “baracconi” e “fighetti”). Sul mio blog puoi trovare recensiti sia “Hunger Games” che “Kreuzweg”, tutti con la stessa dignità, e continuerò a fare così perchè il cinema è TUTTO da vedere, senza pregiudizi.

        Il discorso sul plagio è vecchio quanto il cinema stesso. E non avrà mai fine, per questo non m’interessa quando parlo di film… tu hai citato l’espressionismo, e saprai certamente che il “Nosferatu” di Murnau è stato il primo plagio della storia, poichè il regista tedesco cercò di non pagare i diritti d’autore alla vedova di Bram Stoker cambiando i nomi e le ambientazioni del film (ovviamente perdendo la causa, e fu un miracolo che un tale capolavoro si sia salvato dalla distruzione). E Sergio Leone non fece la stessa cosa con “Per un pugno di dollari”, rubando a piene mani da Kurosawa?

        Il plagio/citazione/scopiazzamento/spunto riguarda tutto il cinema di tutto il mondo, non solo Hollywood… io giudico i film e me ne faccio una ragione. Tanto se un regista è capra (come dice Sgarbi) resterà capra anche se copia. E se è un genio (come Murnau) lo sarà anche “prendendo esempio” da altri 🙂

        Buona domenica!

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      2. sottoscrivo il tuo commento e condivido ogni singola parola, ogni singola affermazione, ogni singola citazione.
        Tra l’altro, sull’argomento plagio e citazione, hai fatto degli esempi meravigliosi della storia del nostro cinema, per i quali hai tutta la mia ammirazione!
        Buona domenica ed zarrivederci su questo schermo!

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    2. Bè si Kelvin, il punto di partenza è lo stesso (Battle Royale 2 non voglio neanche citarlo e vorrei non averlo visto) poi sicuramente Hunger Games ha proseguito per conto suo, scelto la sua strada e spiccato il volo, trattando argomentazioni più politiche, e sì più adulte mischiandoci poi anche tante altre cose dentro, il che non è stato assolutamente un male, ma per me da li tutto è partito, il guizzo, l’idea originale e purtroppo su questo dubito che cambierò facilmente idea.

      I libri della Collins io li ho letti ma non avendo letto gli altri autori non posso permettermi il confronto, per i film invece, seppur diversi e seppur nati in 2 epoche diverse (ricordiamoci che sì HP si è concluso da poco, ma il primo film è di qualche annetto fa!) HP ha avuto un evoluzione notevolissima, diventando man mano più cupo, più maturo…Altro che film per bambini.

      Che gli ultimi HP siano meno complessi della saga di Hunger Games, no questo no, c’è un lavorone dietro, pieno di dettagli, sfumature e sfaccettature di ogni personaggio, ognuno gode di un background forte e definito, cosa che non tutti personaggi di Hunger Games hanno.
      Non mi sento di dire neanche che gli stessi protagonisti siano meno tormentati, si parla di orfani, di solitudine, paura della morte, senso del sacrificio, senso di inferiorità, per non parlare del razzismo…
      Sono semplicemente temi diversi, ma non meno forti uni degli altri.

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  5. Mi intrometto nella discussione solo per dire che concordo con Kasabake sul fatto che spesso soprattutto l’industria culturale americana (a partire dal cinema) va a prendere possesso di opere straniere perché a corto di idee o perché ne hanno troppe e quindi bisogno di altre, per produrre qualunque cosa in continuazione;
    per il resto, io non ho letto né i libri della Rowlings né quelli della Collins ma preferisco Hunger Games come film e sono d’accordo con Kris Kelvin sul resto! Poi, nessuno mi tocchi Jennifer Lawrence 😉

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    1. Sul serio, non toccategliela o vi disconosce! Scherzo ovviamente Giu!
      Il fatto è che ci crediamo furbi a volte andando a prendere spunto dove pensiamo che nessuno andrà mai a controllare, e se poi ci aggiungiamo anche il fattore pigrizia, addio originalità.

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