Apre oggi la nuova rubrica “Asians do it better”! Nello specifico parliamo di cinema orientale ovvero tutto ciò che c’è di bello di quel mondo a se.
Tanti sarebbero gli argomenti da trattare tra tradizioni, insegnamenti e diversità di culture, diventa naturale esserne affascinati con tutto quello che può offrire, quindi bando alle ciance ed iniziamo, apriamo questa nuova rubrica dove di volta in volta segnaleremo film diversi.
Iniziamo oggi con Lanterne Rosse e La ragazza che saltava nel tempo.
Lanterne rosse
Come non citare Lanterne rosse di Zhang Yimou, film cinese uscito nel 1991 e censurato in patria (a causa del delicato argomento della condizione femminile in Cina), racconta una storia di tradizioni e ritualità cinesi, dove una giovane donna viene scelta per essere la quarta moglie di un ricco signore.
La vita della ragazza da quel giorno sarà diversa, rinchiusa in casa, dove potrà interagire solamente con le altre 3 mogli e la servitù, nella speranza di venir scelta dal marito come colei con cui passare la notte.
Da quì il film prende il titolo, in quanto la “fortunata” oltre a godere di particolare privilegi, riceverà come simbolo alla sua porta una lanterna rossa.
Tra splendide location, costumi e musica, Lanterne rosse riesce a ricreare quell’ambiente unico e particolare, un ambiente soffocante per le donne cinesi di inizio 900.
E il senso claustrofobico si sente tutto, il film è girato interamente in una residenza d’epoca, non ci mostra mai cosa c’è al di fuori, solo quelle 4 mura durante tutto l’anno, altra scelta piuttosto interessante quella di non mostrare mai il volto del marito, per far comprendere maggiormente il senso di distacco.
Un Argomento delicato, quello della condizione femminile in Cina, dove la linea che separa essere moglie o concubina è davvero sottile.
Il dramma, e la sofferenza non consenziente e obbligata delle donne, incorniciata da queste assurde tradizioni dove la predominanza del colore rosso assume tutt’altro significato, non è più sangue e passione, ma dolore mascherato da gratificazione illusoria.
Veramente emozionante vedere la trasformazione psicologica della protagonista e di come cambino le interazioni con le altre mogli.
Il suo cambiamento psicologico è anche raccontato magistralmente grazie allo scandire del tempo che passa, con il cambio delle stagioni e dei colori.
Un film intenso dove le tradizioni sono presentate in modo convincente e realistiche, dal massaggio ai piedi o dal bellissimo canto lirico che pur essendo diversissimo da quello occidentale affascina totalmente.
Un film elegante, come la maggior parte del cinema orientale è, una fotografia magistrale, uno spettacolo per gli occhi e la mente.
Una storia significativa, ben impaginata e rigorosa, che rende la narrazione liscia e poetica allo stesso tempo.
Da vedere.
La ragazza che saltava nel tempo
Cambiamo completamente genere e passiamo ad un anime giapponese, la cui storia è di Yasutaka Tsutsui, la regia di Mamoru Hosada e i disegni di Yoshiyuki Sadamoto.
La ragazza che saltava nel tempo è film dedicato all’adolescenza, alle amicizie, agli amori, alla famiglia e tutto quello che contorna questi anni.
É la storia di come e quando si iniziano a prendere scelte “più da grandi”, di altruismo, di prendersi le responsabilità delle proprie azioni, in poche parole, di crescita.
Il tema principale è però il tempo, di come dargli valore e sfruttarlo al meglio, perchè come dice il film, il tempo non aspetta nessuno.
3 amici e 3 dinamiche diverse che pian piano iniziano a cambiare, tutto inizialmente sembra perfetto, poi lei, la nostra portagonista un giorno scopre di poter viaggiare nel tempo, letteralmente saltando dal letto, dalle scale e tutto quello che gli capita a tiro… E da li inizia a voler cambiare tutto ciò che gli è andato storto, o tornare indietro quando alcune situazioni sembrano troppo grosse e complicate…
Ma ogni salto ha un effetto collaterale sulla sua vita e su quella degli altri, il film continua così fino al colpo di scena “semi finale”, dove invece è racchiuso il secondo messaggio, quello della speranza.
I 3 protagonisti sono ben caratterizzati, i disegni ricordano quelli di tutti gli anime, ma i paesaggi e gli sfondi sono più intensi e curati.
Dolce e malinconico, divertente e buffo, il film assume tutti questi toni, quelli che poi troviamo spesso nei film d’animazione giapponesi, e dove di sottofondo c’è sempre quel messaggio profondo raccontato con la solita gentilezza ed eleganza.
Se vi è piaciuto The Butterfly Effect, probabilmente vi piacerà anche La ragazza che saltava nel tempo, sono 2 film molto simili, sulle conseguenze delle proprie azioni, anche se questo può sembrare più vicino ad un pubblico più giovane.
Questo film fa anche una bella scorpacciata di premi in Giappone, tra cui:
- Miglior animazione dell’anno
- Miglior regia
- Miglior storia originale
- Miglior sceneggiatura
- Migliore direzione artistica
- Miglior character design
Piaciuti i primi 2 film pescati dal mucchietto?
il secondo l’ho ricordo è molto bello 🙂
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Si, indubbiamente “Lanterne Rosse” è un bellissimo film, ma, Porco Boia, mia cara V al quadrato… hai parlato anche di uno dei character designer di animazioni più bravi che siano mai esistiti… il Sadamoto di Evagelion, in uno dei suoi film più belli…
Ho adorato la carrellata laterale di lei che piange all’infinito e la corsa in biciletta giù per la discesa e tutta quell’atmosfera casalinga che ricorda gli anime dei maestri come Satoshi Kon… Che goduria!!
“La Ragazza che saltava nel tempo” (di cui ho l’edizione con allegato maxi storyboard book… da sbavarsi addosso…) lo metto ex-aequo con il sublime “Summer Wars“, stesso chara, quest’ultimo da godersi tassativamente al cinema o in Blu-Ray (gradevole edizione italiana della Kaze)…
Maledetta tentatrice… hai un blog stipato di cose golosissime ed ora non ho tempo, ma torno, oh si, che torno!
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Uuuuh visto che sei appassionato, mi sento ancora più stimolata a scrivere di queste meraviglie! Grazie davvero per i tuoi magnifici commenti, è tempo di rispolverare vecchie glorie! 😀
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Si, fallo! Hai la pistola carica… spara! Io non ho mai pensato a recensire gli anime, ma se lo farai, avrai tutto il mio appoggio!!!
Così vale anche il cinema “far east”, da Kitano a Kim Ki-Duk, da Ang Lee a Park Chan-wook, fino ai più semplici wuxia e persino i drama cinesi… qua si guarda tutto ciò che è bello, con e senza “blasone”, che sia autorale o mainstream… Vai, sei tutti noi!…
P.S. L’ahi mai vista la serie animata “Gibì & Doppiaw”? Lo so che è per bambini (direi pre-scolare, quasi, zona Peppa Pig…) ma per un attimo ho pensato che ti fossi ispirata da lì per il nickname…
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Sì avevo già in programma altri film, arriveranno prossimamente non temere! Avrai modo di vedere ho gusti un pò diversi dall’italiano medio…
Per quanto riguarda Gibì e DoppiaW li ho scoperti solo dopo aver dato il nome al blog, l’ispirazione è venuta da Darkwing Duck, dici che dovrei dare un’occhiata?
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Onestamente?
No, perché sono davvero la fiera delle banalità per un adulto… adattissimi per un bambino, che non schifa i disegni approssimativi e le animazioni banali e che magari acquisisce anche i messaggi ecologisti positivi e corretti degli episodi, ma se si ha più di 10 anni è terribile… Ok, troverai sempre qualcuno che ti dirà “ma sono così dolci… pucciosissimi… quando abbracciano gli alberi che donano la vita…” ma soprassiedi, resisti alla tentazione di dare fuoco ai peluche nella stanza e guarda di meglio…
Bye
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Mi sento di seguire il tuo consiglio eheheh convincentissimo!
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