Cinema retrofuturista: torna in sala Blade Runner

Tornato in sala dopo più di 30 anni solo per 2 giorni (6-7 Maggio), Blade Runner, film del 1982 diventato cult negli anni e che ha interessato diverse generazioni di cinefili.

Io nel mio piccolo lo avevo già visto, ma avrò avuto 13 anni, lo guardai sicuramente con un’altra testa e meno interesse, e ad oggi rivedendolo posso asserire che in realtà è come se anni fa non lo avessi visto.

Consiglio a chiunque come me avesse avuto lo stesso percorso, di ripredere i vecchi film dell’infanzia per dargli un significato tutto nuovo, io nel mio cercherò di farlo.

imageTornando al nostro film, Blade Runner per chi non lo sapesse ancora, è un film di fantascienza uno dei film di fantascienza più importanti degli ultimi anni, diretto da Ridley Scott su sceneggiatura di Hampton Fancher e David Webb Peoples ispirato da “Il cacciatore di Androidi” di Philip K. Dick.

Nel cast troviamo Harrison Ford, Rutger Hauer, Sean Young e Edward James Olmos.

Questo film ebbe un notevole successo, anche se la critica al tempo si divise, possiamo dire che Blade Runner è uno di quei film che assume importanza e consensi nel tempo, per esempio solo nel 2007 l’American Film Institute lo ha posizionato al 97º posto nella classifica AFI’s 100 Years… 100 Movies (cento migliori film statunitensi di sempre).

Un film retrofuturista (da quando ho scoperto questa parola la userò sempre) che all’apparenza può sembrare un film d’azione, ma che si rivela invece un noir dalle tematiche complesse.

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Ambientato a Los Angeles nel 2019, una Los Angeles multietnica influenzata sempre di più dalla cultura giapponese, colma di messaggi pubblicitari (Coca cola in primis, ma troviamo anche la Pan am, TDK e Polaroid), una città dove a causa dell’inquinamento i raggi del sole non arrivano più e anche il clima è stato influenzato, ripiegandosi sulla terra in piogge continue.

Un ambiente perennemente buio, povero e caotico, dove la colonna sonora ha un ruolo importante con i suoi pezzi jazz o suoni ricreati al sintetizzatore, che vanno a riflettere lo stile noir e retrò voluto da Scott per il film.

Colpisce guardandolo oggi, la scena iniziale dove le esplosioni sopra i grattacieli sembrano troppo vere per essere effetti speciali dell’epoca, mi sono documentata, sono vere e sovrapposte in un secondo momento.

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L’ambientazione è quindi questa, decadente, dove le città sono invivibili e popolate dalle persone “scartate”, mentre i restanti prendono parte appuno alle Colonie Extramondo.
L’uomo post-moderno ha deciso, o meglio decise nel passato del film di creare dei replicanti, forme di vita intelligenti migliorate e superiori agli uomini, ma una volta compreso l’errore vista la pericolosità decisero di ritirarli tutti, oppure possiamo dire ucciderli?

Il senso che il film da durante la visione è di un mondo molto oppressivo, senza la luce del sole, con pioggia battente, smog e tante pattuglie polizia per le strade, dove la natura non si vede più e anche gli animali ora sono replicanti.

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Molte sono le tematiche trattate, etica, differenza razziale, problema ambientale… Come diverse le chiavi di lettura che si possono dare al film (la ricercha della vita eterna e la paura della morte).

E tanti sono gli elementi inseriti che aiutano a dare un tocco di futurismo; in quanti avranno notato i muri delle case che ricordano i circuiti, le macchine volanti un pò squadrate o i vestiti trasparenti…(Ritorno al Futuro ha un pò scopiazzato da quì, ma ha anche fatto bene direi io!) Per quanto ne so, da quì per me iniziamo a vedere i primi esempi di Cyberpunk.

La storia del film inizia con i nostri ultimi 4 replicanti (modelo Nexus 6) in fuga dalla casa produttrice Tyrell che li sta “ritirando”.
La Tyrell ipotizzando che questo nuovo modello possa sviluppare sentimenti con il tempo e diventare pericoloso, lo ha dotato di scadenza, solo 4 anni di vita, ma i replicanti, sempre più simili ad esseri umani cercheranno di scappare e trovare una soluzione per continuare a vivere; quì entrerà in gioco il nostro cacciatore di replicanti, appunto chiamato nel film Blade Runner.

Peccato però che lo scontro e la psicologia del più interessanti dei 4, l’ultimo rimasto, non sia espolarata completamente, capiamo tanto di lui dal celebre piccolo monologo finale, quello che chiunque, anche non avendo visto il film conosce, e devo dire che anche in italiano fa il suo effetto, lui è, e lui finirà e tutto quello che sa morirà con lui, una perdita che non sarà possibile rimpiazzare. Lo so me la sto prendendo molto per questo, ma ultimamente troppe cose ci stanno venendo portate via per sempre, dall’estinzione di alcune specie animali, alla distruzione di intere città simbolo della nostra storia e la cosa mi ha toccato nel profondo.

Per ampliare il senso della scena dove Roy (Rutger Hauer) non è in realtà un cattivone, è stata aggiunta anche una bella colomba bianca in mano in segno di pace e ed è stata fatta salvare la vita al cacciatore che voleva uccidelo. Così il cacciatore diventato preda viene risparmiato da colui che ormai non ha più niente da perdere e anche sapendo di non avere speranze sceglie come ultimo atto quello di essere misericordioso.

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 I’ve seen things you people wouldn’t believe. Attack ships on fire off the shoulder of Orion. I watched c-beams glitter in the dark near the Tannhäuser Gate. All those… moments will be lost… in time, like tears… in rain. Time to die. » « Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire. »

Ho letto un pò di recensioni prima di dare il mio parere e devo dire che mi trovo d’accordo su 2 punti fondamentali di chi lo ha stroncato, cosa che io però non voglio assolutamente fare, ma è innegabile che il film presenta un ritmo un pò lento soprattutto nella parte centrale, o la troppa velocità della nascita della storia d’amore tra Deckard (Harrison Ford) e la replicante risulta frettolosa.

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Il finale è stato spunto di molti dibattiti, molti gli elementi, come il sogno dell’unicordo o l’origami calpestato lasciano con il dubbio che anche Deckard sia un replicante.

Ma a chiarirlo fu Ridley Scott nel 2000 quando dichiarò «Blade Runner, anche Ford era un replicante».

Siete ancora in tempo per vederlo, purtroppo non sul grande schermo, Blade Runner non può mancare nella lista dei film visti, soprattutto se volete essere preparati per il futuro sequel, ma ricordiamoci che non sempre i sequel sono cosa buona e giusta.

 

19 pensieri su “Cinema retrofuturista: torna in sala Blade Runner

      1. fammi sapere se vuoi fare uno scambio link tra il tuo blog e i miei wezla e System failure(link in wezla a inizio pagina)…..mi farebbe piacere e sarebbe utile a entrambi…su wezla c’è anche la mia mail se vuoi contattarmi.. 🙂

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  1. Hai fatto un gran bel lavoro di analisi e si vede che ti sei informata, ma qualcosa devi averlo confuso perché non sono in fase di ritiro tutti i replicanti ma solo quelli che violano le leggi Extra Mondo, abbandonando le colonie (dove sono usati come schiavi) per venire sulla Terra, luogo in cui non sono per niente ben voluti.
    Altri dettagli sono liberamente interpretabili in quanto il film è tratto dal libro del geniaccio P.K. Dick ma è allo stesso tempo completamente diverso quindi io stesso non me la sento di studiare per esteso il contesto, troppo diverso dal romanzo; ad esempio, non si parla mai di radiazioni mentre nel libro sono la causa dell’abbandono del pianeta azzurro, luogo ormai deserto e sempre più privo di vita mentre nel film le strade sono ancora affollate.
    Tornando al film sono d’accordo con te nel dire che lo spazio ritagliato all’ultimo replicante sembra essere un po’ troppo breve, ma dopotutto questo serve a mettere in evidenza i veri protagonisti della vicenda: Rick e la Rachel, plasmati appositamente per intensificare la trama accantonando in alcune scene le tematiche noir per dedicarsi a quelle più romantiche di questo futuro molto retrò (hai ragione, è molto bello come termine).
    Detto tutto ciò ribadisco i complimenti e ti informo che ti sei procurata un nuovo lettore.

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    1. Pakap grazie mille per la precisazione, Ogni tanto mi perdo qualcosa per strada… Sarebbe stato bello parlare anche del libro e delle differenze ma purtroppo non l’ho letto, fortuna sei arrivato tu a colmare un pò di vuoti 🙂
      Grazie mille per i complimenti e benvenuto allora! A presto!

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      1. Figurati! Io l’ho letto dopo aver scritto il mio articolo, quindi prima o poi devo aggiungere un post dedicato solo al manoscritto perchè sembra tutta un’altra opera.
        Se trovi il tempo leggilo che un libro di Dick vale sempre la pena leggerlo.
        A presto!

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      2. Ciao! Sei poi riuscita a leggere Ma gli Androidi Sognano Pecore Elettriche?
        Se ti interessa, ho pubblicato un articolo al riguardo (in realtà l’ho scritto il giorno stesso in cui abbiamo discusso, ma l’ho tenuto da parte per darti un po’ di tempo).

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