Vikings: onore a un grande popolo su History Channel

History Channel, sì quello dei documentari, insieme alla Metro Goldwyn Mayer ha deciso (saggiamente) di rendere onore a uno dei più grandi popoli: i Vichinghi.

Creato da Michael Hirst, Vikings, da me ribattezzata “tante cose belle” non è nient’altro che la storia, ambientata verso la fine dell’VIII secolo, di Ragnar Lothbrook, il primo vichingo ad aver navigato verso occidente raggiungendo nuove terre (Inghilterra).

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Storia vera, che va a mischiarsi con tutta la meravigliosa mitologia norrena (se volete vederlo, consiglio di non andare a spoilerarvi il finale).

Inizialmente credevo fosse improntato sulla falsa riga di Spartacus, per tutta la brutalità e crudezza di alcuni combattimenti, ma si è rivelato invece non essere così, certo di sangue ne abbiamo in abbondanza, ma rimane quasi elegante nella narrazione.

Della serie, History Channel ti piace vincere facile eh? Prendi uno dei popoli più affascinanti di sempre, paesaggi suggestivi, realisticità, mitologia, e tanto per non farci mancare niente pure qualche ex modello come attore.

Quindi andiamo ad incontrare i vichinghi, popolo di grande curiosità, ambizione, glorioso e affascinante.

Ma attenzione non abbiamo il classico cast da fangirl, ooohno, sanno fare tutti il loro mestiere quì.

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Belli gli scudi eh?

Il bello di questa serie è la sua impostazione a metà tra documentario e appunto serie televisiva, non si sofferma sulla classica storia d’amore o su trame in crescendo, ma rimane fedele agli avvenimenti storici di quegli anni, trovando però la giusta armonia e chiave narrativa che mantiene incollato lo spettatore alla tv.

Troviamo, a dare intensità alle scene clou, anche quei bellissimi filtri seppia o tendenti al blu o al verde.

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Anche se a volte si è esagerato un pochino col modificare il colore degli occhi di Ragnar, che all’occasione diventano anche violacei…

Ogni personaggio viene esplorato psicologicamente in tutta la sua interezza, forse è per questo che mi sono innamorata di ognuno di loro…La psicologia di Ragnar, è accentuata in ogni stagione anche dal diverso cambio di capelli, la possiamo chiamare “acconciatura”? A simboleggiarne la crescita e il mutamento dovuto principalmente all’incontro/scontro con altre culture.

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Stiamo parlando di una serie di History Channel, poteva questo canale ambientare le avventure in un set, o in location fittizie? Ma vaaaa! E quì ci brillano gli occhietti perchè oltre alla tanta roba di Travis Fimmel & co (lo so lasciatemelo passare, non si può fare finta di nulla) ci sono quei paesaggi mozzafiato, insenature fiordi e alture che uuuuu quasi basterebbero da sole, quasi…

E poi c’è la sincerità della storia, con scenografie curate e realistiche, sincerità nel raccontare quello che era l’ordinario per il popolo norreno, tra violenza, sangue, legami, mitologia e usanze.

imageI personaggi sono l’altra forza della serie, non c’è il buono o il cattivo di turno, tutti hanno mille sfumature diverse!

Tra tutti spiccano la favolosa Lagertha e Floki, sì come Loki ma con la F!

Lagertha incarna un pò quello che vorrebbero essere tante donne, bellissima, guerriera, intelligente,
madre amorevole, rispettata, insomma una donna con la D maiuscola.

Al tempo le donne erano abili lottatrici anche loro, Lagertha fa infatti parte delle Fanciulle dello scudo, e sa darne di santa ragione anche a Ragnar volendo!

 

imageFloki interpretato da Gustaf Skarsgard, Il fratello di Alexander (Eric di True blood) è uno dei personaggi più profondi e un pò pazzoidi della serie, con la sua immensa fede e ingegno (è lui il carpentiere del villaggio), ha un ruolo che possiamo definire a metà tra un giullare, fanatico religioso il pazzo del villaggio pur essendo uno degli uomini più brillanti.

 

Ragnar rimarrà uno dei personaggi più ambigui della serie, sempre in conflitto con se stesso, la sua curiosità e non staticità, lo hanno portato ad essere quello che noi oggi ricordiamo, un uomo con un forte desiderio di esplorare e creare un futuro migliore per i propri figli e il proprio popolo.

Travis Fimmel, riesce tramite l’accento, quello sguardo un pò allucinato e comportamento imprevedibile, a creare un personaggio curioso e dalla forte moralità e a mandarti in confusione non facendoti capire quando è serio o quando scherza, probabilmente non è mai ne l’ uno nè l’altro…

Ma la vera chiave del telefilm è però un’altro personaggio, Athelstan, monaco fatto “schiavo” da Ragnar durante le prime razzie, monaco che invitato a vivere con loro, farà cambiare più volte punto di vista e allargare gli orizzonti al nostro protagonista, Athelstan rimarrà colui che ha ispirato e incoraggiato all’evoluzione, e che mai giudicato quel popolo che lo ha adottato e affascinato, è questo il bello del rapporto tra i due, un costante rispetto delle reciproche culture.

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Non credo ci sia un personaggio migliore degli altri, ma se proprio devo indicarne uno, la mia scelta finisce su quel pazzo di Floki.

Vikings quasi al termine della terza stagione è da poco rinnovato in anticipo per una quarta, devo però ammettere che quest’anno, una cosa non mi ha lasciato particolarmente contenta.

Purtroppo bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare…o in questo caso, togliere; in questa ultima stagione va un pò a mancare quello che era il tirante fondamentale delle prime 2, la spettacolarità nel scoprire le usanze vichinghe, le lotte, i rituali…Nella terza stagione, dove la trama per forza di cose (ricordiamo che segue il filone storico degli eventi.), ingloba anche gli eventi e i personaggi Inglesi e Francesi, il tempo dedicato ai nostri amici è un pò inferiore.

La sigla di cui vi avevo già parlato quì è uno spettacolo e la canzone che ascoltiamo è  If I had a heart by Fever Ray.

Tra miti e leggente, tradimenti, fede, modelli, accenti nordici, treccine e tagli di capelli improbabili, Ragnar è l’eroe più leggendario del suo tempo e incarna la pura tradizione nordica (leggenda racconta che fosse diretto discendente di Odino).

Piccola curiosità sul simbolo V che appare nella sigla.

imageIl logo creato per Vikings vuole racchiudere tutto lo spirito della cultura vichinga in diversi elementi, in particolare la lettera V dovrebbe rappresentare la multidimensionalità dei vichinghi.

La parte sinistra rappresenta la famiglia e la vita, il nodo a metà infatti è un simbolo di fratellanza e i legami indistruttibili, più in basso invece la crescita e la vita.

Inoltre sempre in alto, troviamo alcuni simbolismi legati alla tecnologia e la costruzioni delle barche.

Sulla destra invece, la V racconta un’altra storia, quella sanguinolenta e cupa, rappresentando la violenza, la guerra, la morte, il conflitto. Cosa meglio della lama di una spada rovinata e insanguinata può rappresentarlo?

Chi lo segue in italiano purtroppo non potrà apprezzare quel gran bel dettaglio degli accenti, sì lo avete notato vero? La diversità degli accenti tra i 2 popoli (scandinavi e inglesi)? Molto molto godibile e a prova che c’è stato davvero un grande lavoro dietro questo progetto.

Tra fiordi, dirupi, sbarchi, mare, sangue e ancora altro sangue ecco Vikings/Tante cose belle.

Per chi come me è appassionato di mitologia norrena, dei, valchirie e valhalla non possono che venire gli occhi a cuoricino guardandola, quindi che aspettate? Andare a fare un ripassino di storia!

 

2 pensieri su “Vikings: onore a un grande popolo su History Channel

  1. hai analizzato anche la V….caspita che precisione e dedizione nello scrivere le recensioni…riguardo Vikings… che dire… la seguo dall’inizio….e mi sono azzeccato ad essa!!!

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